Dal vino in gola di Danilo Vignola

Dal vino in gola di Danilo Vignola

Dal vino in gola
Immagine di copertina di
Giancono Cammarano
– Percorsi –

E’ uscita la silloge d’esordio Dal Vino In Gola (Raccolta di versi per canzoni Ethn’n’roll) di Danilo Vignola, poeta musicista, per il gruppo Albatros, con la cura ed il sostegno dell’etichetta discografica Musicisti Associati (Milano).

Danilo Vignola, è un nome noto fra i musicisti per la sua insolita ma premiata attività di suonatore di ukulele.

Dal Vino In Gola, con in copertina l’opera Percorsi del pittore Giancono Cammarano, è una raccolta di versi propri selezionati, maturata dopo un’intensa e bizzarra attività di “Band per poeti” che lo ha impegnato in vari tour solitari nei caffè letterari, circoli culturali, vinerie, strade… in Italia ed in Europa, alla ricerca di versi o poeti occasionali da accompagnare in spettacoli, improvvisando con il suo ispirato chitarrino a quattro corde.

Dalla Prefazione:

La silloge d’esordio di Danilo Vignola non è un viaggio fra le parole, bensì un percorso fra le immagini e i colori. Quello che lui propone non è un modello narrativo, bensì un registro lirico e musicale. Lo dimostrano, ad esempio, l’attenzione metrica per la rima e il ritornello cantilenante e nenioso di alcuni componimenti che si mascherano da strofe di canzoni. Non è dunque possibile approcciarsi a questi fogli restando ancorati alle certezze di una lingua che si esprima secondo i canoni archetipici della tradizione poetica. Qui non c’è proprio niente di razionale, niente di fruibile facendo riferimento a quanto sedimentato nelle nostre menti da secoli di dittatura di un vetusto e stupido logos occidentale, scevro di creatività e fantasia, pretenzioso di poter tutto ridurre a un freddo calcolo cosciente.

Danilo Vignola

Danilo Vignola

In queste poesie le cose non indicano mai ciò che sono, gli oggetti che sfilano sul palcoscenico delle pagine bianche alludono ermeticamente ad altro, si congiungono incestuosamente a loro fratelli per dar vita a forme di mostruosa, impura, perversa e irresistibile bellezza. Non ci muoviamo mai nell’universo del finito, nel mondo del certo, del concretamente tangibile. Al contrario il lettore si trova disperso sugli assi cartesiani di uno spazio-tempo nebuloso, fragile, scivoloso, come in equilibrio su un burrone di verità. Forse questa raccolta dovrebbe essere corredata da una specie di avvertenza, un vero e proprio libretto delle istruzioni per l’uso; qualcosa del tipo: non vi aspettate versi d’inchiostro, bensì figure di sangue e polvere. Il sangue come potenza rigenerante e primigenia del rituale, come fluido vitale, come potenza del fuoco incontrollabile e demolitore. Le viscere gorgoglianti di chi affronta le cose e le persone con lo stomaco prima che con la testa.
[…]

A cura di Giuseppe Palladino

 

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