Dipthycha. Anche questo foglio di vetro impazzito, c’ispira… a cura di Emanuele Marcuccio
TITOLO: Dipthycha
SOTTOTITOLO: Anche questo foglio di vetro impazzito, c’ispira…
AUTORE: Emanuele Marcuccio e AA.VV.
CURATORE: Emanuele Marcuccio
PREFAZIONE: Cinzia Tianetti
POSTFAZIONE: Alessio Patti
Editing Image di copertina & IV: Francesco Arena
Ideatore e foto di copertina: Emanuele Marcuccio
Co-curatrice: Gioia Lomasti
EDITORE: Photocity Edizioni
GENERE: Poesia
PAGINE: 90
ISBN: 978-88-6682-474-9
Info:
marcuccioemanuele@gmail.com
www.facebook.com/Dipthycha
Photocity Edizioni il 10 settembre 2013 ha pubblicato Dipthycha. Anche questo foglio di vetro impazzito, c’ispira… opera antologica creata e curata dal poeta palermitano Emanuele Marcuccio, ivi presente con ventuno titoli.
Cinzia Tianetti nella prefazione scrive: «Il realizzato progetto antologico si compone di ventuno dittici, quadri in cui si profilano sullo scenario di un tema comune due poesie che si riscontrano in uno sposalizio che, nella loro pur sempre autonoma originalità, li rende rispondenti. È un’intuizione quella dell’ideatore fortemente moderna ma alla luce di un percorso formativo che da sempre partorisce l’artista nella storia, che non può allontanarlo da quel che è un processo che ha il senso radicato della filiazione».
Lo stesso curatore, Marcuccio, in riferimento al titolo scelto e all’ideazione del Volume antologico, ha osservato: «Si è scelto un titolo rapido (Dipthycha), di derivazione latina e che dia subito l’idea del contenuto dell’opera: dittici poetici. Ogni autore ha scritto la propria poesia, anche in tempi diversi, non c’è stata alcuna collaborazione, c’è solo ogni volta il tema comune, ecco perché dittici e non duetti o poesie a quattro mani. […] Dipthycha poteva essere la solita antologia poetica di un singolo autore, sono infatti presente con ventuno poesie, ho voluto invece coinvolgere altri amici poeti conosciuti in rete, di cui ho piena stima ospitandoli pagina dopo pagina in dittico con una mia poesia di uguale tema.»
D’accordo con tutti gli autori presenti nell’antologia, si procederà per via privata alla devoluzione dell’intero ricavato delle vendite a AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), non essendo stato possibile inserire la notizia della devoluzione all’interno del libro. AISM riceve tantissime richieste simili, ringraziando hanno quindi risposto che non hanno il tempo materiale per esaminarle tutte.
Nell’antologia figurano le poesie dei seguenti autori: Emanuele Marcuccio, Silvia Calzolari, Donatella Calzari, Giorgia Catalano, Maria Rita Massetti, Raffaella Amoruso, Monica Fantaci, Rosa Cassese, Rosalba Di Vona, Lorenzo Spurio, Giovanna Nives Sinigaglia, Michela Tarquini e Francesco Arena.
Recensione a Emanuele Marcuccio
Dipthycha. Antologia poetica
Antologia, questa curata da Emanuele Marcuccio, pensata e assemblata con intenti estetici e ispirativi ben precisi. Con una scelta accurata di autori che incidano, con le loro pièces, per novità e pluralismo propositivo. Stilemi vari e degni d’interesse; molteplicità di architetture, di modi di essere e di dire. A guidare la compagnia, per numero di poesie e di partecipazione alla pagina, il curatore della stessa opera che io ho avuto occasione di conoscere per avere recensito una sua silloge. E già a suo tempo ebbi a dire della vocazione all’introspezione e al panismo esistenziale della sua poetica; capace di coinvolgere per emozioni, fattesi, con naturalezza, impennate creative di effetto immaginifico ed espansivo. E qui ne abbiamo la conferma.
13 gli autori di varia caratura tecnico-intimistica; 12, ciascuno con una propria poesia; e fra l’una e l’altra, a ripetizione, si inseriscono le composizioni del Nostro curatore.
Bisogna riconoscere che ci si trova di fronte a poeti in possesso di una parola vergine e suasiva, di strumenti metrico-allusivi capaci di fasciare impulsi vitali; di accenderli in immagini di evidente impatto visivo ed emotivo. E il tutto si conclude con un apparato biobibliografico abbastanza illuminante sulla storicità dei singoli, sul loro percorso artistico. Pur giovani, hanno all’attivo pubblicazioni, inserimenti online e antologici che evidenziano la loro frequentazione letteraria. Un caleidoscopio, quindi, complesso e variegato per plurivocità; per diversi stili, molteplici indirizzi, che, anche se rivelano stilemi sperimentali per linguaggi nuovi, lo fanno ben nutriti di rimandi evocativi e di nessi letterari personali e, anche, storico-umanistici. Lo fanno con ritorni a figure e costruzioni di tale fattura tecnico-fonica da richiamare ad un classicismo rivisitato; a significanti odissaici d’intonazione leopardiana, o montaliana. E non è certamente male fare della memoria storica un trampolino di lancio verso l’innovazione. Da apprezzare, fra gli inclusi, voci che slargano il canto verso orizzonti di inquietudini esistenziali molto vicine alle ultime congetture post-momtaliane, post luziane. A quelle di un tempo, il nostro, dove più che mai si sente il bisogno della ricerca di un verbo che soddisfi la dicotomica avventura del nostro essere umani. Dove la pascaliana diatriba fra la nostra “terrenità” e lo strappo a staccarsene è motivo di sconforto e di quiete, di subbuglio e di spinta all’eccelso.
C’è anche, in comune, una richiesta di complicità della natura; una richiesta di collaborazione, di disponibilità a che si faccia patologico polemos fra gli opposti; strumento di concretizzazione a double face: una: colore e figura che simboleggi il male di vivere; l’altra: idillica contemplazione per un riposo, quasi annullamento dell’ego in nirvana edenico.
Già l’impatto con la copertina (colonne e resti di età classica) ci avvia ad una lettura secondo cui la poesia non ha età. E secondo cui le tante distinzioni che si fanno fra classicismo e modernismo, al fin fine, non sempre corrispondono al vero. Soprattutto quando si vuole dare un segnale di autenticità ad un tipo di poièin che si nutre, per cultura e euritmia, di ritorni storici che ci hanno preceduto. Vincolarci al passato e restarne imbavagliati, no!, ma farne un solido e basilare fondamento significa dare linearità e sub/stantia all’ars poetandi.
In questo caso per fare un’esegesi filologica più attenta sulla individualità di ciascun componente bisognerebbe riferirci alle singole loro composizioni. Farne un’analisi critica precisa. Sarebbero indicative di una poetica, anche se ridotto il materiale. Noi abbiamo voluto allargare lo sguardo ad un discorso generale, che tratteggi un po’ le linee peculiari di questa antologia. D’altronde lo spazio a noi concesso è questo ed è limitato. Lasciamo al lettore il resto dell’indagine, perché “saper leggere” vale di più che “saper giudicare”.
Nazario Pardini 06/06/2013