Intervista di Gaetano Cuffari ad Antonio Andrisani
Antonio Andrisani, sceneggiatore, regista e attore materano da anni impegnato nel cinema indipendente con piccole incursioni nel mainstream (“Basilicata coast to coast”, 2010) . Nel corso degli anni i suoi lavori hanno ricevuto numerosi e prestigiosi riconoscimenti, tra i quali candidature nella cinquina del David di Donatello e un Nastro d’Argento. “Una domenica notte” è l’ultimo film da lui scritto e interpretato ad essere uscito nelle sale italiane (il titolo dall’omonima canzone di Dario Brunori che partecipa anche alla pellicola). Il suo cortometraggio “Sassiwood”, interpretato da Sergio Rubini, ha vinto il Globo D’Oro 2014. È il cantante degli Heroscimmia, gruppo rock- demenziale. “Andrisanissima” è il suo primo disco solista. Antonio non si definisce un cantante nell’accezione tecnica del termine, ma in questo album ha voluto raccontare, o “raccantare”, alcune storie e punti di vista in musica con la collaborazione di Francesco “Frencio” Fecondo, giovane e talentuoso compositore salernitano. “Andrisanissima” contiene un brano strumentale e otto canzoni, che sono in parte critica e in parte auspici per il nostro Paese. In tutto il disco ritroviamo il taglio ironico che contraddistingue la sua produzione per il cinema.
Vetrina delle Emozioni da un caloroso benvenuto ad Antonio Andrisani. Antonio, in qualità di regista e sceneggiatore qual è l’idea di cinema che intendi proporre attraverso i tuoi lavori?
Le idee sono varie, di certo il cinema indipendente ti permette di esprimerle con libertà. È già tanto. Certo si paga il prezzo di una minore visibilità, ma almeno si è liberi dalla dittatura del conformismo del mondo dello spettacolo. Mi auguro di riuscire a realizzare progetti che raggiungano il maggior numero possibile di persone senza snaturare troppo la mia ispirazione.
Alla luce di quanto di buono hai realizzato fino ad ora e dei meritati riconoscimenti che hai ottenuto, possiamo definirti un “poliedrico ed originale Artigiano del cinema” o pensi che questa definizione non ti si addica?
Mi sembra perfetta. Il cinema comunque non si fa da soli, a maggior ragione in provincia e senza importanti budget. Quindi abbraccio idealmente i tanti che in questi anni mi hanno aiutato a concretizzare i miei progetto. Tecnici, attori, giovani produttori, musicisti ecc…
Come già accade nella Musica, anche in campo cinematografico esiste un ricco sottobosco fatto di produzioni minori o indipendenti che talvolta possono essere considerate autentiche “perle” nascoste infondo a un mare di confuso disinteresse che attendono soltanto di emergere e vedere la luce. In un periodo difficile come quello che stiamo vivendo nel nostro paese è ancora corretto ipotizzare che per ottenere un possibile rilancio generale bisogna anche puntare sulla cultura?
Io credo decisamente di si. Peraltro se non ci crediamo noi italiani! Viviamo in un paese dove la cultura è ovunque. La mia città, Matera, ad esempio, è candidata a capitale europea della cultura del 2019. La grande sfida è non disperdere tutto questo patrimonio e purtroppo siamo specialisti nel farlo. Chi ci governa non dimostra grande lungimiranza in questo e noi cittadini non siamo molto lungimiranti quando ci rechiamo alle urne.
Passiamo al capitolo Musica. Come e quando ha avuto inizio la tua esperienza in tale ambito?
Canto da quando ero ragazzo. Sai, nei classici gruppi rock che si formavano in provincia. Ma sin dalle prime esperienze alle cover ho sempre preferito cimentarmi in canzoni originali. Scrivere testi è una modalità espressiva molto interessante. Richiede sintesi. È una sorta di poesia pop. Puoi dire cose importanti utilizzando poche parole.
Prima di Andrisanissima, tua ultima fatica musicale sulla quale ci soffermeremo tra pochissimo, hai formato con Franco Campagna nel 2008 il gruppo degli Heroscimmia, il gruppo più bravo di Matera … lol Al fine di placare la curiosità che (puoi credermi) attanaglia diverse persone in merito agli Heroscimmia, potresti tracciare per i lettori di Vetrina una storia di questa esperienza?
Gli Heroscimmia sono un gruppo molto ironico e surreale più che demenziale, genere che non amo molto. Nascono in modo piuttosto estemporaneo con un approccio dadaista. Nel tempo si sono affinati e “normalizzati”, ma senza perdere spero una buona dose di follia. Comunque sin dal primo disco in formazione c’è stato Peppino De Florio, autore di tutte le musiche. Anzi presto siamo rimasti in due. Io e Peppino appunto. Siamo ancora operativi.
Ed eccoci ad “Adrisanissima”, il tuo nuovo Album, uscito a Settembre di quest’anno, che racchiude 9 brani inediti scritti insieme a Francesco “Frencio” Fecondo, compositore salernitano già apprezzato grazie ai Vidra e al progetto “Frencio & Masi”. Al fine di raccogliere un più ricco contributo per i nostri lettori, Vetrina delle Emozioni ti fa una piccola sorpresa dando il “Benvenuto” a Francesco Fecondo, tuo compagno di viaggio che parlerà insieme a te di questo interessantissimo lavoro.
“Andrisanissima” è un Album ricco di riferimenti che rendono omaggio alla cultura mediatica (e non solo) degli anni ’80 italiani, ma potremmo dire che allo stesso tempo è un invito indiretto al “riascolto” e alla “rivalutazione” della produzione sperimentale di quel nostro periodo musicale che, a mio avviso, fu troppo facilmente snobbato e poi dimenticato negli anni a venire?
Si, tra le ricette per emanciparsi dalla bruttezza dei nostri giorni c’è anche l’auspicio a ritrovare alcuni autori. Cito Carella ad esempio o i Krisma ai quali è dedicata la canzone “Convertino” altro nome importante.
Ogni brano dell’Album è un singolo tassello che unito agli altri compone un mosaico tematico curato nei dettagli. Se potessimo dare un sottotitolo al vostro lavoro andrebbe bene “L’Italia secondo Andrisani”?
Sono contento tu abbia notato questa compattezza tematica e musicale. L’abbiamo cercata con caparbietà pur sapendo che qualcuno, come è accaduto infatti su una importante rivista, la potesse percepire come un difetto. Si, è senza dubbio un album sul nostro bel paese ma che non si prende troppo sul serio.
I testi sono stati concepiti “a quattro mani” o ci sono stati ulteriori contributi?
I testi sono miei. In alcune canzoni c’è stato il contributo formidabile di David Belfiore. Lo adoro. È un visionario. Devo molto a lui.
Francesco, ci parleresti nello specifico degli arrangiamenti di Andrisanissima? A cosa vi siete ispirati e qual è stata l’idea di partenza che vi ha portato alla loro costruzione?
Antonio voleva approfondire la direzione synth-pop-minimale del nostro primo esperimento insieme, “Convertino”. Da lì è nata l’idea del sound, ma anche della costruzione armonica e melodica adatta al suo stile interpretativo e ai suoi testi. “Andrisanissima” esplora la storia del pop elettronico a 360 gradi, da quello di ricerca fino a quello più commerciale. Le soluzioni d’arrangiamento guardano all’ultimo Battisti, ai Krisma, al Tozzi “new wave” di “Eva” e “Hurrah!”, al Mango di “Australia”, ai Soft Cell, ai The Buggles, ma anche all’italodisco “Baby Records” (Dario Farina con i Ricchi & Poveri) e alla dance del Maestro Michael Cretu. Antonio ha seguito lo sviluppo delle canzoni passo dopo passo, suggerendomi i cambi di atmosfera, che, come noterai, sono molto teatrali. Il disco è stato registrato quasi completamente in midi: le parti di chitarra le ho programmate con la Keytar Yamaha KX 5! In “Canzonissima” c’è la magica tromba di Fabrizio Bosso, nella nuova versione di “Convertino”, invece, la viola di Michela Coppola. Due deliziosi interventi acustici in un album glaciale…
È ipotizzabile che Andrisanissima rappresenti l’inizio di una lunga serie di collaborazioni tra voi?
Lunga non so, di certo Andrisanissima avrà un seguito.
Allora, aspettando che “Andrisanissima” abbia un seguito (e che “Carella venga ristampato”) Vetrina delle emozioni vi porge i suoi più cordiali saluti con la speranza di risentirvi presto.
A cura di Gaetano Cuffari
per vetrinadelleemozioni.com
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