Intervista di Gioia Lomasti e Matteo Montieri a Carlo Facchini

Carlo Facchini

Carlo Facchini
© Giuliano Guarnieri

Sotto suggerimento di Gioia Lomasti proponiamo tramite il sito web vetrinadelleemozioni.com un’intervista al grande artista Carlo Facchini, fondatore della band “Tempi duri”, punto di partenza dell’avventura musicale di Cristiano De André e de “La Carboneria”, fu anche l’artefice e colonna portante di tali percorsi. Il gruppo “Tempi duri” fu prodotto dalla FADO, casa discografica fondata da Fabrizio De André, che produsse anche Massimo Bubola e Dori Ghezzi. Il cantautore bolognese collaborò con Fabrizio De André anche alla stesura del testo “Cose che dimentico”.

Quale fu il proposito che ti spinse a fondare la band “Tempi duri” e successivamente “La Carboneria”, e quali furono i punti che hanno unito la vostra concezione di musica?
Esiste un rapporti di continuità con la nuova formazione “La Carboneria”?

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Fabrizio De André ci ha lasciato un eredità culturale da cui molti esecutori arrivano a concepire nuove derivazione artistiche, ritieni che queste produzioni possono essere definite continuazione dell’opera di De André o restano una corrente a se stante che partendo dall’opera del Faber può dar vita a concezioni originali?

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Cosa pensi della attuale della discografia italiana e di come vengono “selezionati” i giovani talenti?

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Ci sono collaborazioni che nel corso della tua carriera avresti voluto ma non sei riuscito a realizzare e quali invece ti hanno particolarmente coinvolto e stimolato ricordandole con piacere?

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“Erba, vento, fuoco” viene definito un misto tra il genere cantautoriale e popolare, ritieni giusta questa definizione?

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Secondo te, l’artista trova una diversa identità di se stesso nell’atto della composizione o spazia anche nella propria quotidianità?

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State lavorando a nuove produzioni artistiche o organizzando eventi?

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A cura di Matteo Montieri e Gioia Lomasti

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