La Voce della Mente – AA. VV.
È in uscita, nel mese di Agosto 2014, l’opera La Voce della Mente – AA. VV. – Per informazioni
Dalla Prefazione
Quando Delia Benecchi ed Elena Martinalli, la prima Educatrice e la seconda Psicologa della Comunità “Il Mirtillo“, mi hanno proposto di pubblicare i resoconti della coscienza spesso interrotta e a volte crepuscolare che i pazienti traducono in brevi racconti durante l’attività di scrittura, in qualità di Direttore Sanitario della struttura mi sono chiesto se non fosse presente in questa operazione un rischio di esposizione inappropriata di un aspetto privato di persone comunque sotto la mia tutela. Poi mi sono anche detto che il mandato di tutelare la loro salute all’interno di un percorso riabilitativo non doveva portarmi a inibire una possibilità di comunicazione tra il mondo interno degli ospiti della Comunità e il mondo esterno, tenendo conto che, purtroppo, dopo oltre trent’anni dalla legge 180 e la chiusura delle istituzioni manicomiali, il mondo sociale sembra ancora in difficoltà a capire gli aspetti di similarità e contiguità tra persone colpite da una diagnosi di disturbo mentale e persone esenti da una forma di malessere psichico codificato. È tendenza diffusa proteggere i confini della normalità con i rocciosi presidi della “comprensibilità” e del “senso comune”, concezioni che hanno certamente lo statuto di fondamenti della relazionalità nella nostra società, ma che talvolta vengono impiegate con finalità difensive, secondo una logica disgiuntiva tra “sani” e “malati”. Non tutto quello che non è immediatamente comprensibile o condivisibile deve essere considerato alieno e la comprensibilità spesso va ricercata tra le righe. La differenza tra un discorso fluido e immediatamente ricevibile e un altro interrotto nei suoi nessi sintattici, variamente deragliato nel senso, come quello delle persone colpite da schizofrenia, oppure ingenuamente caratterizzato da stati emozionali estremizzati come quello delle persone con gravi disturbi della personalità, sta nella volontà di chi ascolta di trovare una forma di sintonia comunicativa.
La domanda che deve farsi chi legge questo libro è se riesca a porsi in contatto con le parole degli autori dei brevi resoconti narrativi con uno stato mentale autenticamente proteso a stabilire un contatto con la sofferenza e la difficoltà di vivere che si intravede, a volte in modo chiarissimo nel corpo stesso delle parole e delle frasi, a volte in modo più criptico tra le pause e le incompiutezze dei discorsi. Questo è l’atteggiamento mentale e affettivo che tutti gli operatori della Comunità “Il Mirtillo” cercano di raggiungere con impegno e passione nella relazione quotidiana con gli ospiti, con i quali creano storie relazionali spesso di portata pluriennale, che lasciano una traccia indelebile nella memoria di ciascuno, sia “sani” sia “malati”. Ed è grazie a questa dimensione relazionale capace di incidere sulla soggettività reciproca che persone che hanno accumulato diffidenza, sfiducia, senso di inaiutabilità nei confronti dell’altro trovano il desiderio e il coraggio di utilizzare un mezzo impegnativo, “compromettente”, come la scrittura per donare qualcosa di sé e tenere aperto un spiraglio alla speranza.
Dott. Roberto Berrini
Ringraziamenti
Giunte al termine di quest’avventura ringraziamo chi ci ha accompagnate. Il Dott. Raffaele Palermo per aver creduto in questo progetto. Il Dott. Roberto Berrini per aver contribuito a sostenere e a dare forma all’idea di questo libro. Il Coordinatore Amministrativo Pietro Giordano per aver dato un “tocco artistico” e aver colto lo spirito dell’opera nella realizzazione grafica della copertina e per aver dato il nome al libro. Il nostro collega Alessandro Sinfanti che prima di noi, e con noi, ha portato avanti l’attività del “Giornalino” con passione e disponibilità. Anna Triacca, conduttrice del laboratorio di Arteterapia, che ci ha permesso di addentrarci nel mondo ell’immagine ed ha aiutato i ragazzi a “trasformare” le loro emozioni in forme e colori. Tutti gli ospiti della Comunità “Il Mirtillo” che in questi anni hanno lasciato una traccia; tutti coloro che si sono lasciati coinvolgere in questa esperienza e che in quelle pagine del Giornalino hanno riposto pensieri, speranze, sogni, paure, dolori e passioni. Grazie per aver condiviso dei pezzi delle vostre vite. Alcuni di loro sono ancora al Mirtillo e ancora il martedì mattina scrivono qualcosa di sé; alcuni sono ritornati a casa e chissà se ogni tanto il martedì mattina ci pensano; alcuni non ce l’hanno fatta e non sono più tra noi. È a loro che vogliamo rivolgere un pensiero speciale: a Toni, a Roberto, a Barbara e a Maurizio.
Grazie!
Delia e Elena