Intervista di Alessia Marani e Gioia Lomasti agli Alchem
Vetrina delle Emozioni in collaborazione con Progetto Almax ringrazia il gruppo Alchem per questo prezioso contributo in esclusiva per il nostro sito.
Alchem è un progetto nato dalla volontà mia e di Pierpaolo all’inizio di questo millennio. Rispettivamente songwriters, voce e chitarra oltre che ovviamente fondatori.
Negli anni abbiamo collaborato con molti musicisti fino all’attuale formazione, costituita da Lisa e Piero rispettivamente voce e chitarra, nucleo originario rimasto inalterato negli anni, Paolo Tempesta al basso, che si occupa anche dei video e Massimiliano Fiocco alla batteria.
Quattro cd all’attivo, due video ufficiali e numerosi live.
Potete parlarci del vostro nuovo video?
È il video del brano “The black Angel of Good” che fa parte di “Whispering” un promo di tre pezzi uscito nel 2011. Si può trovare nella nostra pagina facebook oppure nel nostro canale youtube. È stato girato in parte tra le rovine di una città pre-romana e in parte in resti di una costruzione attribuita al Bramante, in una rovente giornata di Agosto e vede la partecipazione oltre che di noi componenti della band (Lisa, Piero e Paolo) anche di Marco (Dellutri) che ha registrato la batteria nei tre brani del promo e di Alessandro(Campisi) in veste di mangiafuoco. Si tratta di un video autoprodotto e autofilmato. Le riprese fatte da noi e la post produzione curata dal nostro bassista Paolo Tempesta, che ha firmato anche l’altro nostro video “Whispering Clouds”.
Avete in prospettiva l’idea di un nuovo album?
Si, ci stiamo proprio lavorando in questo periodo. Sarà una sorpresa.
Quali sono i problemi inerenti ad una produzione?
Il problema principale di una produzione sono i soldi. Può sembrare un vil discorso che non ha nulla di artistico eppure è così. Oggigiorno si richiede alla band una sempre migliore qualità del suono vista come buon biglietto da visita. Personalmente credo che se qualcosa mi da emozione non guardo molto la confezione. Sono abituata a scartare l’involucro per arrivare alla sostanza, ma noto invece che molte orecchie sono ormai abituate per lo meno ad un certo standard e tra l’altro devo dire che capisco molto bene che un buon suono possa far arrivare meglio la sostanza all’orecchio. I costi di produzione sono abbastanza alti per chi si auto produce, diciamo la maggior parte dei musicisti “alternativi”, in quanto le etichette stesse propongono spesso, alla meglio, una sorta di co-produzione nella quale bisogna cmq sempre partecipare in termini economici.
Un vostro ultimo live che vi ha emozionato? Perché?
L’ultimo live che ci è piaciuto è stato il 12 maggio di quest’anno a “Stazione birra” a Roma. Un’ottima acustica, un bel palco e un impianto degno di un musicista, cosa non sempre facile da trovare in alcuni luoghi che propongono musica dal vivo ma non sono attrezzati. Ciò finisce per penalizzare non solo il musicista che non si troverà a suo agio in termini di acustica sul palco ma anche il pubblico che non riesce ad ascoltare la musica in maniera appropriata.
Qualche aneddoto divertente o seccante nella creazione del nuovo video?
Aneddoto seccante e divertente sono state le zanzare che si sono nutrite di me come vampiri per tutto il tempo, neanche the black angel of good da me più volte invocato ed evocato è giunto in soccorso. Poi dei visitatori, essendo un luogo turistico, che sono capitati nel bel mezzo di una ripresa mentre Alessandro faceva roteare le fiamme… e naturalmente ci siamo dovuti fermare.
A Vostro parere cosa potrebbe riuscire a far fare più esibizioni live limitando i costi negli ingressi e aumentando le percentuali degli artisti nel vostro settore?
Eh… purtroppo non abbiamo una ricetta e le cose sono cambiate drasticamente in questi ultimi tempi. Una legge che semplificasse (come quella uscita recentemente in Inghilterra) le cose relative ai live nei piccoli club non sarebbe male. Eliminerebbe una parte di burocrazia e costi e ciò sarebbe di giovamento sia per i gestori che per i musicisti e la musica in generale.
Abbiamo notato una vostra maturazione sonora, quante ore in media occorrono per trovare una melodia vincente ed un testo altrettanto convincente?
Non c’è una regola come si sa… a volte è questione di ore… a volte è questione di minuti, la musica vaga libera nel cielo e nell’anima.
Cosa vi infastidisce maggiormente nel panorama musicale inerente il vostro settore e cosa invece vi entusiasma?
Ci entusiasma la passione di chi ci sta dentro, di chi la suona, di chi si fa in quattro per promuoverla, di chi organizza concerti anche rimettendoci, di chi la recensisce senza guadagnarci denaro. Noi musicisti siamo grati a questa frangia di appassionati che dedicano il loro tempo a questa causa. Al contrario ci infastidisce il business del tipo fine a se stesso, cioè quello che approfitta delle band giovani o sprovvedute proponendogli mondi paralleli del tutto irreali.
Un’idea utopistica riguardante l’arte quale potrebbe essere?
Che in ogni città ci siano spazi e laboratori gratuiti di ogni tipo di arte nei quali ognuno possa esprimersi attraverso la forma d’arte che gli è più congeniale.
Progetti futuri ed aspettative?
Stiamo lavorando al nuovo album e abbiamo altri progetti ma per adesso li teniamo segreti.
A cura di Alessia Marani e Gioia Lomasti