Intervista a cura di Gioia Lomasti e Gaetano Cuffari a Oliviero Malaspina

Oliviero Malaspina
Vetrina delle Emozioni dà il suo benvenuto ad Oliviero Malaspina.
Oliviero Malaspina nasce, sotto il segno dello Scorpione, nell’ottobre 1962 a Vallechiara di Menconico (PV). Comincia a scrivere canzoni agli inizi degli anni Ottanta, ma è dopo la laurea in Lettere Moderne ed una brevissima parentesi come supplente, che decide di seguire la sua passione per la musica e la poesia, facendo tesoro degli studi di solfeggio e chitarra classica. Il suo debutto è segnato subito dalla vittoria al Premio “Rino Gaetano”, riconoscimento mai ritirato, come racconta nell’intervista a Riccardo Bertoncelli in “Belin, Sei Sicuro?”: “(…) le selezioni si tenevano alla sede di Antenna Tre, a Castellanza; e che c’entrava anche Radio Italia, che passava i pezzi. Gli ascoltatori di Radio Italia Solo Musica Italiana dovevano votare con un tagliando che trovavano sul Radiocorriere TV. Giuro che non ne ho mai spedito uno, ma sono arrivato in finale, anzi, ho vinto, ma non mi hanno dato il premio. (…) perché ero totalmente ubriaco, impresentabile”. Dopo la vittoria nelle edizioni del 1990, 1991, e 1993 del Premio Città di Recanati, nasce la collaborazione con Cristiano De André con cui firma “Notti Di Genova” per il disco di quest’ultimo “Sul Confine”, e nel 1995 giunge al debutto discografico con “Caravaggio” (Peer Southern Italy/CNI), a cui segue l’anno successivo il suo secondo album “Hai! Hai! Hai!” (Peer Southern Italy/CNI). Snodo fondamentale del percorso artistico di Oliviero Malaspina è l’incontro con Fabrizio De André. Le loro strade si erano già incrociate in diverse occasioni sia all’epoca del Premio Città di Recanati, della cui giuria faceva parte il cantautore genovese, sia grazie all’amicizia comune con Michele Ascolese, ma è il lavoro fatto con Cristiano per il disco “Sul Confine” la rampa di lancio per la loro collaborazione. Inizia così un periodo molto intenso, caratterizzato da una reciproca osmosi intellettuale e creativa, nel quale Malaspina e De André lavorano a progetti differenti prima un “Dizionario Dell’Ingiuria” a cui lavorava il cantautore genovese, poi ad alcuni racconti, fino a che nasce l’idea di lavorare al seguito di “Anime Salve”, “Notturni”, disco che non vedrà mai la luce, a causa della prematura scomparsa di Fabrizio De André. Malaspina però ha il tempo, e il privilegio di fare da opener ai concerti del suo ultimo tour, così come di essere tra gli artisti che due anni dopo sul palco del Teatro Carlo Felice di Genova renderanno omaggio alla sua memoria con il concerto Faber, Amico Fragile, ed in quell’occasione esegue una versione da brividi di “Canzone Del Padre”. Seguono anni difficili, burrascosi, segnati dall’abuso dell’alcool e di psicofarmaci, ma Oliviero Malaspina non si arrende e pubblica nel 2002 “Benvenuti Mostri” (Target/Sony) e nel 2005 “Marinai Di Terra” (Purple Eye/GAL). Nel 2006 a causa di un infarto si sottopone ad un intervento a cuore aperto, e dopo essersi ripreso nel 2009 pubblica un libro di racconti, “I racconti Del pesce Che piange E Che Ride”, per i tipi delle Edizioni Saecula. Dal 2007 al 2010 collabora con Raphael Gualazzi per la realizzazione del disco “Reality And Fantasy”. Negli ultimi anni, vive a Mazzantica (VR), tenendosi ben lontano dal clamori dello showbiz, ma soprattutto scrive febbrilmente canzoni, poesie e racconti, dividendosi tra progetti artistici differenti, e lavorando al disco “Malaspina” di imminente pubblicazione.
Cosa si prova a ritornare in pista dopo un lungo silenzio professionale?
Ma veramente il mio è stato un silenzio professionale “personale” .
In questi anni ho pubblicato i racconti I RACCONTI DEL PESCE CHE PIANGE E CHE RIDE per le Edizioni Saecula ristampato nel 2012. Dal 2007 al 2010 ho lavorato esclusivamente per Raphael Gualazzi e dal 2011 al 2013 con Cristiano De André.
Oliviero, vorresti parlarci del tuo nuovo lavoro intitolato “Malaspina” album uscito il 15 Maggio 2014.
Certo, è un lavoro che non ho fatto dal divano di casa, ma sono andato a conoscere gli “ultimi” in prima persona vis a vis i barboni gli zingari le prostitute i ragazzi di vita per ottenere una scrittura che fosse poetica ma allo stesso tempo neorealista.
Loro sono il caos che il potere non vuole e non può controllare.
Tra i brani presenti spicca “Volevo essere la luna sui campi”. Già dal primo ascolto cattura con il suo ritmo sinuoso e con il suo tono poetico l’ascoltatore cullandolo tra le onde gentili di un mare di malinconia e d’amore. Possiamo considerare questo brano indicativo delle tematiche sonore e sociali che vengono affrontate nel corso di tutto il lavoro?
Diciamo che è l’input. Poi l’album si evolve in storie e passaggi esteriori ed interiori in chiaroscuri linguistici e bozzettistici.
Dietro un nuovo progetto artistico c’è sempre un sogno che apre la strada ad un percorso tratteggiandone, attraverso le sue sfumature, l’intimo pensiero dall’Autore ma anche una necessità di renderlo visibile. Cosa ne pensi?
Noi autori e compositori facciamo del nostro meglio, poi ovvio deve esserci una struttura partendo dall’ufficio stampa alle relazioni con le radio i giornali i management in modo di aver visibilità. Sempre più difficile perché le major hanno i loro network e noi indipendenti dobbiamo arrancare ma siamo sempre più forti.
Quanto è importante per te “aver vissuto fino in fondo” le emozioni che trasmetti nelle tue canzoni e, in genere, in ciò che produci?
Io scrivo solo di quello che vedo, che tocco che vivo e che mi tocca nel bene e nel male, non mi interessa fare canzoni così per passatempo.
La tua carriera è stata scandita da importanti collaborazioni. Potresti parlarcene?
Cristiano De André da SUL CONFINE in poi, Fabrizio De André opener tour 1998, I Notturni non terminati, un dizionario dell’ingiuria arrivato alla lettera c un romanzo mai iniziato per motivi che purtroppo sappiamo. Raphael Gualazzi dal 2007 al 2010, Flavio Oreglio E ci chiamano poeti nel 2004, Federico Stragà Stefano Tessadri, un bel duetto con Finardi nel 2003.
Come valuti la tua ricca esperienza pregressa alla luce delle idee alle quali oggi stai dando sostanza musicale?
Assolutamente fondamentale molte cose si fanno anche attraverso esperienze con tecnici che non vengono mai nominati, tutto fa il bello della musica, sono questi tanti vasi comunicanti.
Il tuo impegno artistico non si limita soltanto al cantautorato: “I racconti del pesce che piange e che ride”, “Il ballo della fanciulla in fiamme” e “Vivere davanti alla luna fredda” sono raccolte di racconti e di liriche che evidenziano la tua capacità di utilizzare anche modelli comunicativi differenti dalla canzone per esprimerti. Esiste, secondo te, una relazione che intercorre tra questi linguaggi narrativi?
Certo c’è sempre un denominatore comune un backround che anche inconsciamente si insinua in te e che ti porti dentro.
Torniamo all’album “Malaspina”. La sua uscita sarà seguita subito da una serie di concerti promozionali?
Sto facendo un tour promozionale di MALASPINA con Carlo Cosi e Giorgio Piccione al momento.
Quali città toccheranno le tue date?
A Cagliari con Michele Ascolese, Mantova con Ascolese e De Tullio Zelig col gruppo stanziale e a Milano Janacci Day con Gallesi. Otranto Copertino, Macerata con Cosi e Piccione, Genova ed Este da solo con la chitarra. Da Agosto partirà il tour vero e proprio con brani anche dei dischi passati.
Ti ringraziamo molto per questo contributo.
Sono io che ringrazio voi, di cuore!
A cura di Gaetano Cuffari e Gioia Lomasti
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