Intervista a Gastone Cappelloni per il recente progetto poetico Pelle di Spine a cura di Gioia Lomasti e Luciano Somma

Gastone  Cappelloni classe ’57 vive a Sant’Angelo in Vado, sua terra natia, in provincia di Pesaro e Urbino ai piedi dell’Appennino Marchigiano. Poeta contemporaneo e fotografo per passione.

Che cosa significa essere poeti e cosa vuoi evidenziare attraverso i tuoi testi.

Chi è il poeta? Personalmente mi sento me stesso, non conosco nessun poeta ma Gastone. Con l’esperienza di vita vissuta arricchendomi e rimanendo la persona che non si è mai fermata al semplice soffitto della conoscenza, interrogando l’inconscio con il gusto di conoscersi nell’evoluzione continua del domani. Un tragitto continuo dove presente, passato, futuro determinano, come amo ripetere, il non senso della vita, scritti che compongono il puzzle rimanendo liberi e mai vincolati a se stessi ma al servizio altrui così da poter analizzare ciò che siamo senza pretese ma con lucidità fino ad arrivare dove ci può portare la finalità del destino.

 

Qual è il significato che vuoi attribuire a questo titolo scelto? Cosa ti ha portato considerare queste due parole in antitesi.

Non a caso il titolo, anzi è volutamente scelto con cura certosina, visto il tema che contiene la trilogia, affrontato cioè, il rapporto che ci lega con la morte. Potrei dire metafore? Pelle significa la vita, Spine la nera signora. Ecco nel titolo la vita e la morte che si completano e si alleano per non vivere male; un tema che da sempre affronto con pacatezza, sfacciataggine e sicuramente sfrontatezza. Un titolo che mi rappresenta e che da sempre ho accettato in toto rispettando la vita e non temendo per nulla la morte, rimane un titolo d’impatto come le poesie contenute, direi per cuori forti.

 

Quali temi affronti attraverso questo libro e cosa vuoi trasmettere al lettore?

Al lettore come a me stesso faccio notare la brevità del viaggio che abbiamo intrapreso su questa terra e che ci condurrà inevitabilmente a destinazione. Una destinazione certa e di sola andata un biglietto personalizzato che ci pone nelle condizioni di analizzare chi siamo e cosa abbiamo saputo, umanamente realizzare null’altro. Una sana analisi di coscienza sapendo poi di risponderne in prima persona senza sotterfugi o amici compiacenti, in questo caso niente menzogne o bugie, il re sarà per davvero nudo al cospetto della propria coscienza. La trilogia, suddivisa in tre volumi, all’incirca comprende 160 poesie dedicate al rapporto che ho con la nera signora, un rapporto di sfida senza esclusioni di colpi da parte mia, senza temerla o riverirla. In fondo lei è solo un tramite occasionale. Dopo la morte a lei cosa rimane? Ecco possiamo definirla usciere da strapazzo senza né arte né parte, perché temerla smettendo di vivere al meglio aspettando la venuta? Sinceramente me ne frego, ignorandola del suo essere meschino e strafottente ognuno per la sua strada e quando arriverà, posso dire che la vita è stata mia senza paura di sorta.

 

Dove si è tenuta la presentazione ufficiale della tua ultima pubblicazione Pelle di Spine?

Come ben sappiamo sono stati due anni difficili con la pandemia, quindi solo sporadici eventi poetici, anche se di rilievo, purtroppo un clima così irreale ha tarpato le ali del voler vivere la nostra libertà. L’ultima presentazione è stata del volume 6.0 in terra Argentina, dove sono legato da un filo di eternità. Riparto da Torino nel mese di maggio 2022 al Salone del Libro presentando il primo volume della trilogia “Pelle di Spine” con le Edizioni Nisroch, di Macerata (MC), marchigiana come me; tra l’altro la prefazione della stessa è stata curata da Vittorio Sgarbi.

Pelle di Spine di Gastone Cappelloni

Questa opera multilingue pubblicata in Italia sarà resa disponibile anche sui canali esteri?

L’opera in oggetto è uscita quest’anno sul circuito argentino e distribuita da Editorial Dunken di Buenos Aires e sicuramente approderà anche in Colombia stiamo definendo il progetto in un futuro prossimo con Papel y Lapiz Casa Editorial. Un’opera che sta crescendo e che raggiungerà percorsi interessanti. Insomma il Sud America aspetta le “Poesia mie”. E come si dice: rimanete sintonizzati.

 

Puoi citare un testo poetico inserito in quest’ultima raccolta ed esporre le tematiche trattate?

Ci invitarono
al concetto delle ossessioni.
Tanta fedeltà,
chimerico isolamento
in sintonia,
concime illusorio dello spirito.
Pacifismo eterno
già di per sé
scontato, senza ombre.
Unguento indolore, inodore.
Avanti un altro,
nero spasmo
scarlatto languore.

Possiamo spiegare o svelare i messaggi contenuti nella poesia stessa? Sta al lettore nel viaggio introspettivo ritrovarsi partecipe nel significato stesso dell’anima, nella criticità che lo lega alla fine del viaggio, in questo caso la morte, di quello che è la nostra esistenza, i dubbi, le incertezze e gli sconvolgimenti psicologici che stiamo attraversando.

La morte signori; tutto il resto? Banalità. Banalità insignificante!

 

In questa silloge poetica quale testo ti rappresenta maggiormente e che messaggio vuole donare?

Mi ritrovo nel progetto catapultato da sempre, sposandolo, parte integrante dell’esistenza ripercorrendola a ritroso mi ritrovo a dover dare un senso (in) compiuto al futuro con il supporto stesso del passato ma reale, il messaggio che voglio far giungere è il diritto all’esistenza lottando per appagarsi umanamente ma soprattutto spiritualmente senza per questo distaccarsi dal conto finale forse il più amaro ma concreto e veritiero. Possiamo accumular ricchezza perdendoci al suo interno ma poi cosa ci rimane se non una misera scritta che significa dimenticatoio?

 

Che differenza vorresti evidenziare attraverso il tuo rapporto con il paese natio e il Sudamerica? Senti l’Argentina come parte del tuo cammino artistico? 

Sono appagato con quello che ho costruito? Credo di no! Il continuo viaggio è il segreto. Pubblicazioni, premi nazionali ed esteri, radio, giornali, tv; un campionario di cui andare fieri perché arrivato con anni di investimenti emozionali e non solo senza “gravare nelle casse della politica”, biglietto da visita credo, di tutto rispetto. Piccoli tasselli che nel tempo diedero frutti sperati, voluti, raccogliendo ciò che seminai, non a caso l’Argentina ma soprattutto Mar del Plata mi ha adottato. Vuoi con lo zio Lino emigrato in quella terra negli anni cinquanta, vuoi per le tante istituzioni che mi supportano culturalmente e con cui collaboro. Quest’anno sarò sia in Argentina sia in Colombia con progetti già definiti che aspettano di concretarsi apportando dettagli ultimi. Sì credo che l’America del Sud sia il nuovo futuro tracciato con varie pubblicazioni editate in passato, una realtà importante; e il ringraziamento verso chi ha sempre creduto nell’Uomo e nel Poeta.

Verità? L’Argentina rimane la terra che mi ha adottato donandomi calore e affetto morale per questo rimango grato e riconoscente considerandomi “figlio adottivo”.

 

Abbiamo letto molto del tuo progetto fotografico L’ITALIA CHE SI RACCONTA, vi sono attinenze con il progetto oltre oceano?

Ruderi e casolari abbandonati rappresentano la storia non solo della famiglia di mio padre, emigrata; Lino in Argentina lo zio Domenico in Francia a ridosso del dopoguerra è un po’ il filo conduttore di scelte di vita, definirei imposte, negli anni in cui imperavano miseria e fame. L’”Italia che si racconta” sposa appieno e ripercorre il progetto “Un Seme oltre oceano” dove gli italiani fecero la storia delle nazioni dove emigrarono, formiche disponibili nel progettare e costruire benessere economico con intuito e capacità costruttive, un progetto finalizzato alla riscoperta della memoria del sacrificio, dell’amarezza esistenziale. Ogni pietra e oggetto che riporto alla luce, con l’occhio visivo della fotografia è racconto affidato alla natura con la raccomandazione di preservarlo dall’oblio del ricordo perché parte integrante di chi dovette lasciarci il cuore per terre straniere.

 

Quali sono stati gli incontri che maggiormente hanno segnato il tuo cammino artistico e quali i premi più significativi conseguiti? Siamo a conoscenza  del gemellaggio con la città di Mar del Plata, i premi conseguiti come sono stati accolti nel tuo paese?

Non incontri particolari ma arricchimento, dove ogni situazione offriva tasselli esaustivi e imprescindibili completando il mosaico che stavo tessendo. Vedi, nella vita nulla è scontato, niente è regalato, ogni volta mete da realizzare e conquistare con grinta e convinzione. Anche grazie al mio carattere, testardo e caparbio. Orgogliosamente me stesso. Ostinatamente me stesso.

Rimango sereno, credo che sia doveroso pretendere onestà da chi rappresenta i cittadini non solo a senso unico e lo dico per chi non ha voce. Premi conseguiti? Davvero tanti!

I più significativi:

– Poeta e testimonial Regione Marche, nei tour poetici dei volumi “Un Seme oltre oceano”, 2014,

“6.0”  2017 e 2018 in varie Città dell’Argentina

– Nell’anno 2014 “Un Seme oltre Oceano” dichiarato di interesse Culturale dalla Segreteria Municipale e per il Consiglio Municipale della Cultura di Mar del Plata.

– Quello che mi rende orgoglioso, essendo gemellate le nostre città il riconoscimento nell’anno 2018, nella città di Mar del Plata da parte del “Concejo Deliberante” con il  titolo “Visitante Notable”.

– Premio speciale Kaos – Festival dell’Editoria e della legalità – Agrigento, in occasione del 150° anniversario della nascita di Pirandello – dicembre 2017

– Alcuni miei volumi sono inseriti nel sistema bibliotecario americano.

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