Intervista a Rosetta Franchetti a cura di Gioia Lomasti e Giorgio Gibellini

Rosetta Franchetti all opera

Rosetta Franchetti

Vetrina delle Emozioni ringrazia Rosetta Franchetti per questa intervista. Nata in Italia, vicino a Ravenna, città famosa nel mondo per i suoi mosaici, scopre la sua passione per il mosaico negli anni 2000. Artista autodidatta, lavora con tutti i tipi di materiali: vetro, vetro specchiato, ceramica, ardesia, smalti… I suoi primi lavori traggono ispirazione dai disegni bizantini che sua madre riproduce a ricamo su pregiati tessuti. Attualmente, le sue emozioni sono le radici del suo lavoro creativo dove idee e materiali si fondono per creare opere uniche.

Come nasce la tua passione per il mosaico?

La mia passione per il mosaico potrei dire, col senno di poi, che è sempre stata dentro di me. Essa è rimasta in un angolo recondito della mia anima, come un seme sotto la neve, per molti anni prima di emergere e rendermi cosciente della sua esistenza e potenza. Cresciuta a Ravenna e coccolata dalle bellezze dei mosaici bizantini ho integrato la potenza espressiva di quest’arte fin da piccola. Credo quindi che il tutto sia nato dalla splendente pietruzza d’orata che mi affascinò in modo potente durante una visita culturale con la famiglia a Galla Placidia e che ha atteso il tempo giusto per parlarmi. È stato quasi trent’anni dopo a quella esperienza che sono entrata a piccoli passi nel mondo del mosaico. 

E quindi uscimmo a rivedere le stelle - Rosetta Franchetti

“… e quindi uscimmo a rivedere le stelle”
Tipo: Quadro mosaico

Altezza (cm): 62
Larghezza (cm): 49
Profondità (cm): 2,5
​Materiali: ceramica, vetro, pittura

Tutto è nato davvero per caso. All’epoca abitavo nel nord della Francia, nella regione Champagne Ardenne e avevo iniziato ad appassionarmi ai mercatini dell’usato. Un giorno, in uno dei miei vagabondare tra i mobili d’antiquariato, trovai un piccolo mobile ad angolo costituito da tre ripiani.  Lo portai a casa dove rimase in garage per un anno intero. Non sapevo veramente cosa farmene, ma mi piaceva perché aveva un’anima interessante, ma non riuscivo proprio a valorizzarlo. Fu quando mio marito decise di buttarlo che ebbi l’idea di lavorare la parte superiore a mosaico. Era l’inizio delle vacanze e stavamo partendo per ritornare a Ravenna e io ne approfittai per portare con me il ripiano da decorare. Consigliata da un’amica appassionata di mosaico, dalla quale scelsi il disegno da riprodurre, mi recai dal maestro Liborio Puglisi per acquistare il materiale e iniziare un breve, ma intensissimo, corso di mosaico. Mi buttai nell’avventura senza sapere nulla di nulla delle tecniche e  delle difficoltà. In più il decoro scelto era costituito da tante curve che s’intrecciavano: lavoro non certo semplice da fare come prima esperienza soprattutto perché le tesserine erano di forma quadrata. Ma l’entusiasmo era enorme e con i consigli del maestro Puglisi, riuscii a realizzare il mio comodino proprio come volevo. Al termine dell’esecuzione, forse potrà sembrare strano, ma sentii come se fossi riuscita a fare emergere l’anima del mio mobile. 

Seguì uno specchio, un regalo a mio marito, decorato con le foglie di vite che mia madre ricama, con il ricamo bizantino. 

All’inizio quindi i miei lavori erano ispirati dai decori bizantini ma con il tempo, piano piano, ho sentito sempre più forte il bisogno di uscire dallo schema e dagli schemi: avevo bisogno di trasformare in espressione visiva ciò che sentivo dentro. La riproduzione non mi apparteneva più, ero pronta per fare il salto… ovviamente verso l’ignoto!

Quali materiali utilizzi per le tue opere?

Utilizzo una varietà enorme di materiali perché mi piace sperimentarne la loro energia e luminosità. Per il decoro adoro mescolare l’ardesia – che amo! per i suoi splendidi riflessi argentati e le sue forme irregolari ma per me perfette, con la pasta vitrea, gli smalti veneziani, le paste vitree a foglia metallica d’oro e d’argento, pietre naturali come il marmo e le ceramiche. Per il supporto sono ritornata alle mie passioni di bambina. Quando ero piccola, infatti, trascorrevo giornate intere ad assemblare legnetti con chiodi e martello. I legnetti erano rigorosamente presi da un caro amico di famiglia falegname che mi ha trasmesso “l’ascolto” del legno e quindi a sentire la parte viva del materiale. Non solo. Costruivo case, carrozze per le bambole, utilizzando anche il fil di ferro e le maglie in metallo. Ebbene, questi materiali sono ritornati aiutandomi a realizzare non solo i supporti delle mie sculture ma anche delle parti decorative dei quadri.

L'anima della natura - Rosetta Franchetti

“L’anima della natura”
Tipo: Scultura

Altezza (cm): 32
Larghezza: 16
Profondità(cm): 15
​Materiali: Ardesia, vetro specchiato, ceramica

Che significato ha per te essere artisti?

Per dare una definizione di artista cito, condividendole pienamente, le parole di San Francesco secondo il quale: “Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista”.

Da cosa trai ispirazione per assemblare i tuoi lavori? Parti da un’idea o ti lasci travolgere dall’ispirazione del momento?

Molto dipende dai lavori. I lavori “classici”, decorativi, li eseguo prendendo spunto o riproducendo i decori che mia madre utilizza nel ricamo bizantino, tutto il resto parte dall’elaborazione di una emozione, un pensiero. Partono praticamente dalla pancia e arrivano alla mente. Li visualizzo interamente, nelle forme e nei colori. Mi è capitato anche che, all’improvviso, mi sia arrivata l’immagine dell’opera, a conferma di ciò che mi ha detto una mia cara amica e cioè che, alle volte, siano le opere ad arrivare da me. Non rielaboro quindi mai un lavoro, non ci sono correzioni in corso d’opera. Come sono visti e percepiti, così sono realizzati.

Che importanza rivestono i colori nella composizione armonica dell’insieme del mosaico?

La scelta dei colori gioca indubbiamente un ruolo importante, non si possono abbinare colori che cozzano tra loro perché significherebbe rovinare tutto. Personalmente, se penso alle mie opere e al mio modo di creare, se mi parli di “composizione armonica dell’insieme” parlerei più di comunicazione tra i materiali e dello studio dei giochi di luce che essi creano. I materiali devono poter “parlarsi” contribuendo, in modo reciproco, a completarsi.

Come lavori i materiali che utilizzi e cosa senti in te quando dal nulla riesci a realizzare una bella opera artistica?

Parto dalla fine della domanda. Provo una profonda soddisfazione e anche un piacevole senso di liberazione quando vedo che sono riuscita a realizzare ciò che avevo visualizzato. Concretizzare una visione e la forma emotiva che essa racchiude riuscendo ad esprimerne la potenza, equivale alla sensazione di compimento di un lavoro importante su cui non c’è più nulla da dire o da aggiungere. Pensa che quando ho finito un lavoro non lo voglio vedere per un po’. È come se avessi espresso la mia opinione in modo esauriente e che quindi passassi, inevitabilmente, ad altro. 

Per ciò che riguarda i materiali: questi vengono lavorati secondo le tecniche adeguate ad ogni materiale e quindi utilizzando gli strumenti specifici ad esempio per i tagli e l’incollaggio. 

Danza con me - Rosetta Franchetti

“Danza con me”
Tipo: Quadro mosaico

Altezza (cm): 70
Larghezza : 34
Profondità (cm): 2

Materiali: Ardesia, vetro, vetro specchiato, sassi, ceramica

A lavoro finito come rifinisci il tutto e come ne scegli il titolo?

Eh, bella domanda! La scelta del titolo alle volte è davvero un grattacapo. Mi spiego. Laddove l’opera arrivi senza una riflessione, un’emozione, un tema, il titolo diventa innanzitutto un gioco tra amici che si conclude ovviamente con una mia decisione finale che nasce dal lasciare decantare il lavoro per permettergli di dirmi come si vuole chiamare. Quando, al contrario, c’è un’origine viscerale dell’opera, il titolo nasce immediatamente con l’arrivo dell’immagine. A lavoro finito mi concentro solo sulla rifinitura della cornice del quadro o del supporto della scultura.

Parlaci della tua esperienza che ti ha visto protagonista in mostra 

Se ti riferisci alla mia prima esposizione fatta ad una mostra-concorso? Splendida esperienza! Per la prima volta sono entrata da artista nel mondo degli artisti. Un momento emozionante perché finalmente presentavo ad un pubblico ciò che avevo fatto e in più lo facevo dopo aver superato non solo  una selezione ma anche le mie paure. L’esposizione è stata così una duplice vittoria. Devi sapere che erano anni che desideravo partecipare a un concorso ma non riuscivo a decidermi a farlo. A bloccarmi l’atroce paura del giudizio e delle sue conseguenze sulla sicurezza in me stessa. Mi spiego. Poiché l’opera origina dal profondo di me, il giudizio sarebbe arrivato diretto senza essere filtrato, ferendomi. Ho dovuto quindi schermarmi prima di fare il grande passo. L’aiuto mi è arrivato da una carissima amica pittrice, dicendomi di vedere il mio lavoro come un curriculum vitae, che può piacere oppure no e mi sbloccò, permettendomi di lanciarmi senza sentire alcun timore. Ed è così che mi sono proposta, sono stata presa e ho finalmente dato inizio ad un’avventura che ora continua sempre più entusiasmante. 

Rosetta Franchetti

Rosetta Franchetti all’opera

Stai lavorando a progetti futuri?

Sì, l’agenda si sta riempiendo e la mia testa va più veloce delle mani! Passata la pandemia credo che inizierò a viaggiare un po’ per accompagnare le mie “figlie”. Fino ad ora sono partite da sole andando anche oltre oceano. 

Per terminare l’intervista, lascia ai nostri lettori il tuo sito dove poter ammirare il tuo lavoro 

Con molto piacere. Potete vedere tutte le opere sul sito internet creative-mosaics.com e sulla pagina FB Rosymcreations.

 

A cura di Gioia Lomasti e Giorgio Gibellini

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