JAZZ, LA VOCE DEL CUORE di Giorgio Gibellini

Giorgio Gibellini

Le tende si chiudono lasciando le realtà fuori dalla porta. La penombra tenuta viva da una tenue luce, modella le ombre degli avventori. Sul giradischi un suono ammaliante da gusto all’atmosfera intrigante che va delineandosi. Due corpi, o meglio due ombre si affacciano sul palcoscenico della parete bianca mentre il sax intavola un giro molto intenso. I bicchieri ricolmi di liquori festeggiano la serata mentre bocche asciutte ne gustano il contenuto. La musica si fa coinvolgente con un pianoforte che cesella tappeti diamantati verso una lunga scala iperbolica sostenuta dall’entrata di un poderoso sax.

Lo scossone provoca instabilità e attimi di intensa attrazione fisica e non solo. La gente continua a vivere e crea il proprio mondo attorno al jazz. I profumi di donne affascinanti seducono uomini attenti al giusto particolare. I ballerini in sala cercano la musica in solchi polverosi  non sbiaditi dal tempo. All’improvviso un impeto provoca un tumultuoso andirivieni dall’entrata. Qualcuno alza la puntina e la seduzione termina. Dopo pochi istanti, quattro figuri con strumenti iniziano a mandare il vero e reale jazz da sala. Le coppie si formano in un nanosecondo e i balli approdano alla reale visione. Le ombre si uniscono in rischiosi abbracci e i visi si avvicinano con cautela per donare un dolce affettuoso gesto. I giri del sax portano a livelli superiori le menti. Le scale si alzano e si inizia a salire.

I diamanti fanno da gradini e le gemme da segnapasso, mentre i sogni lastricano il selciato. Lontano oltre la fisicità e oltre, solo serenità e pace si odono lungo la via del jazz. S’alza il volo dell’assolo e porta verso distese ghiacciate tracciate da luci di candele e pini innevati ai lati. Scorre un ruscello a lato del boschetto e il flebile suono tra ciottoli e rocce descrive orbite tranquille. Pianure, distese di terra, lunghi sentieri erbosi si uniscono al paesaggio innevato e convivono in un sound particolarmente travolgente ed eccitante. Inizia il ritmo a scaldare i paesaggi. Ecco spuntare polvere e sole che allietano il cuore carico di eros.

Il sole sbuca  e comincia a mandare raggi di calore attorno, disegnando forme invisibili e impalpabili. Fluttuano nell’etere solo forme senza peso; galleggiano nel presente i fatti e si perdono tra le spire del tempo che soffia severo lungo i sentieri della vita immortale. Il jazz scivola su specchi di ghiaccio spesso e pattina sicuro, disegnando arabeschi e forme tridimensionali. Intanto il tutto s’innalza sicuro e sereno verso lidi effimeri ma di rilassatezza. I tasti del pianoforte saltano e ululano note da scalfire i cuori e il ritmo aumenta. L’entrata del sax soffia verso la tranquilla spiaggia del sole e intanto il jazz si adagia con un liquore su di una poltrona di velluto blue.

A cura di Giorgio Gibellini

Giorgio Gibellini Jazz

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