Intervista di Gaetano Cuffari a PurpleRyta

PurpleRyta

Vetrina delle emozioni ringrazia PurpleRyta per questo contributo. PurpleRyta vive e lavora nelle Langhe.  A stretto contatto con il mondo del vino ogni giorno da esso trae ispirazione ed allo stesso tempo ne prende le distanze, in un rapporto di amore/odio che diventa interscambio attivo e rigenerazione interiore, applicando due imperativi che da sempre animano la sua passione per l’arte: semplificare la realtà e colorare il mondo. Possibilmente di viola.

Ryta, potresti descrivere ai lettori di Vetrina il tuo particolare stile creativo?

Dipingo col vino rispettandone la natura: il vino per natura macchia. Io faccio una macchia sul supporto e lascio esprimersi naturalmente, poi intervengo con il pennello e completo il disegno seguendo il suggerimento della macchia.

Com’è nata l’idea di realizzare le tue opere utilizzando il vino? Esiste un aneddoto dal quale poi è scaturita la tua scelta ?

Da una goccia di vino caduta su un pezzo di carta. Ho immaginato che cosa potesse essere e ho visto che era un ottimo stimolo per la creatività ed una sfida per l’artista. Ho colto la sfida. Era quasi quattro anni fa e usavo come base/laboratorio un’enoteca a Barolo, la stessa che avevo decorato poche settimane prima. Circondata dal vino ho unito la passione per il disegno ed è nata questa mia forma di espressione.

Da cosa trae ispirazione la tua Arte?

Da un mix di interiorità mia ed aspetti diversi del mondo intorno a me, che è fatto di vino. Lavoro nel settore da sempre, vivo a Barolo, sono circondata da vigneti, colline, produttori e vini…

Il tema della Donna è a te molto caro. Quanto c’è di PurpleRyta nelle sue “Donne spettinate”?

Sono una Natural Born Spettinata quindi molto. Siamo tutti un po’ spettinati in fondo, anche quando andiamo a farci sistemare dalla parrucchiera. Lo stato di “spettinata” è uno stato interiore, che vale anche per gli uomini. Persone più impegnate a vivere che a guardarsi allo specchio. E se lo fanno è per guardarsi dentro.

immagineIl vino è presente non solo nella tua pittura ma anche nei gioielli che crei. Con quali materiali li realizzi e secondo quale personale filosofia?

Tutto ciò che c’è intorno al vino è utilizzato per creare gioielli: tappi di sughero, cappellotti degli spumanti, etichette…non si butta via nulla. O meglio trasformo un rifiuto in opera d’arte da indossare, in ricordo da portare via. La filosofia è semplice: desidero dare una seconda chance di longevità e un nuovo valore al vino e ai suoi oggetti di contorno.

Pittura, creazione di gioielli e recitazione. Infatti sei anche un’Attrice teatrale e un’insegnante di recitazione. Esiste un’interazione tra questi tuoi interessi?

Sicuramente il mio passato di attrice influenza il mio approccio alla pittura: come sulla scena (e aggiungerei nella vita) anche nella pittura con il vino è necessario unire una buona dose di preparazione alla capacità di improvvisazione. E tutto questo lo si fa per un pubblico. Il pubblico a teatro rappresenta la quarta parete. Nella mia arte rappresenta un terzo elemento che completa l’opera. Il vino, il mio tocco che delinea una prima interpretazione dell’opera e l’interpretazione di chi guarda l’opera e la completa.

In questi anni hai realizzato mostre Personali ma anche Collettive. Il contatto con il pubblico che viene ad ammirare le tue realizzazioni può essere inteso come un ulteriore momento di crescita artistica? Se si in che misura?

Spero che il rapporto sia di interscambio: in fondo il mio ruolo di artista è quello di offrire un punto di vista diverso sul mondo. Io cerco di offrire spunti di riflessione sul mondo del vino. Il rifiuto, l’avanzo, il vino che sa di tappo, imperfezioni che diventano arte, nuovamente fruibili, assumono un valore che il mondo solitamente non concede, butta. Io no.

Potresti darci qualche anticipazione dei tuoi progetti futuri?

Quest’anno sto virando al pop. Mi definisco una visionaria con la passione del pop ed ora ho deciso di portare i miei disegni a vino verso questo filone. Ripetizione, elementi del quotidiano che diventano arte, conflitti e spaccature sottolineati qua e là…
Un piccolo assaggio sarà in mostra W-Men a Cherasco a Palazzo Montone dove allestirò con lavori inediti. Da Giugno mi fermerò ed aprirò le porte del mio Studio a Barolo dove, oltre alle opere, si potrà anche vedermi all’opera.

I miei Wineonpaper

“Non sarei veramente Purpleryta se non fossi stata attratta dal più naturalmente viola dei coloranti che esistono!

Non ho scoperto l’acqua calda, non sono la prima artista che utilizza il vino per dipingere ma ho iniziato a farlo senza sapere che qualcuno lo avesse già fatto, libera dai condizionamenti della conoscenza!

Ora che lo so nulla è cambiato: continuo a sperimentare seguendo i miei gusti e il mio istinto perché dipingo solo con il vino che mi piace (ebbene sì, ne sacrifico un sorso per l’arte!), con tecniche diverse a seconda dell’ispirazione del momento e su carte piacevoli al tatto.

Per opere visive, tattili e olfattive. Vini diversi, colori diversi, effetti diversi.

Tutto nasce dalla macchia. Rispettando la natura del vino, lascio che si esprima. L’attesa mi educa alla pazienza e nel frattempo immagino quale figura potrebbe rappresentare quella macchia. Poi, con il pennello e con lo stesso vino dipingo il resto. Il quadro non è finito finchè chi lo guarda non lo completa con la propria immaginazione. La mia arte è un insieme di improvvisazione, tecnica e contributo del pubblico. Come nel teatro. Come nella vita”.

Prima di presentarsi come Purpleryta, Rita Barbero è stata attrice teatrale e autrice di due film a Km 0, Io sono Masca e Sì, Chef! Ma questa è un’altra storia…

#purpleryta #wineonpaper #ilvinounisce

A cura di Gaetano Cuffari

Ballerina mini

 

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