Recensione a cura di Marco Nuzzo dell’opera “Rumore di Anime” di Luca Scarpa
Un gruppo di amici di vecchia data si ritrova coinvolto in intrighi e amori in un thriller al cardiopalma, scrosciante in centosettanta pagine al fulmicotone da divorarsi in singola dose e capaci di serrare il fiato e tenere sospeso il lettore sino alla tregua finale. Rumore di Anime di Luca Scarpa è un romanzo che vede intrecciarsi le storie di un gruppo di amici, ognuno con caratteri ben delineati, la cui improvvisa morte di Jacqueline, diverrà un domino che darà il via a una catena di eventi inaspettata. L’inizio lento, quasi letargico, costruirà un’ambigua presentazione e, assieme al titolo, sembrerà appartenere a tutt’altro genere di storia, alla fascinazione dell’arabesco frammisto all’intrigo, piuttosto che alla rocaille che andrà a svilupparsi attorno a quel centro che porterà i nostri a battersi contro una ben nota casa farmaceutica per la propria sopravvivenza. Gli stessi amici si ritroveranno a essere dei perfetti sconosciuti, decadrà ogni fiducia che li lega, ognuno disvelandosi per quel che è, trovandosi a lottare in piccoli e nuovi gruppi isolati contro un male ben più grande di loro. Dopo la morte di Jacqueline, il suo compagno Manuel si legherà a Monica, amica e amante segreta di Jacqueline di vecchia data. Manuel, scoperto l’intrigo e grazie agli amici Mirco e Antonio, ritroverà Mirabella, vecchia fiamma conosciuta ai tempi dell’orfanotrofio. A causa di un incidente, gli amici si ritroveranno in ospedale, dove è ricoverata l’amica Maria a causa di un cancro che la sta consumando velocemente e che li informerà sulle reali intenzioni di un’altra loro amica, la Dottoressa Jessica. Da questo momento in poi, per i quattro comincerà un inferno senza fine. La scrittura di Scarpa si fa nodale, in un costrutto sobrio e semplice di dialoghi e azioni che spingono a una lettura spedita, sì che il lettore ardisce nella prosecuzione del romanzo come spinto in una deflagrazione continua. Alta la suspense che tiene incollati all’opera, a fortiori, la funzionalità e la scorrevolezza della scrittura che Scarpa adopra, intervenendo non poco nella realizzazione di un thriller arricchito da un connubio di consuetudini, sviluppatosi in definizione e accuratezza, fino all’ordimento decisivo.
A cura di Marco Nuzzo